Non che oggi sia particolarmente eccitante ma negli anni ’80, in Italia, l’estate al cinema poteva considerarsi una rappresentazione alternativa de “Il deserto dei Tartari”. Come noto, prima che le major decidessero che la stagione andava allungata anche nel nostro Paese (con esiti non del tutto soddisfacenti a dirla tutta), i cinema, da giugno ad agosto inoltrato, chiudevano, erano deserti o tutt’al più proponevano seconde visioni.

A qualche migliaio di chilometri di distanza invece, le cose erano (e sono) ben diverse.

Mentre Zoff e Tardelli sollevavano la coppa del mondo faticosamente ottenuta in Spagna ai mondiali di calcio, negli USA andava in scena la cosiddetta ”estate americana”, che lì dura, cinematograficamente parlando, da inizio maggio a fine agosto ed è il periodo durante il quale vengono sparate le cartucce migliori da parte delle major. L’estate del 1982, per chi se la ricorda, per chi non c’era e avrebbe voluto esserci e per chi stava qua e non poteva farci nulla, è considerata da molti la migliore in assoluto nella storia del cinema a stelle e strisce. Perchè? Facciamo trenta passi indietro…

A Maggio arrivano nelle sale i primi due film destinati a fare la storia, anche se per motivi diversi: Universal cala l’asso Conan the Barbarian, diretto da John Milius e interpretato da un ancora semisconosciuto Arnold Schwarzenegger che sarebbe diventato di lì a due anni una star di Hollywood, grazie alla saga di Terminator (e mille altri action movie…). Già famoso era invece Sylvester Stallone, regista e protagonista, sotto la oramai ammainata da tempo bandiera MGM/UA, di Rocky III, film che vede l’ultima partecipazione di Burgess Meredith e di quella telefilmica di Mr.T (più un demenziale cameo di Hulk Hogan, per chi se lo ricorda). La serializzazione selvaggia era iniziata…

A Giugno vengono poste tre pietre miliari del cinema di fantascienza, genere che ha sempre fatto la parte del leone nella stagione estiva. E in fondo, cosa c’era di più bello che andarsi a vedere un film di science fiction al cinema e poi tornare a casa e provare a ricrearne la magia su Atari 2600 e Mattel Intellivision? A iniziare le danze è Warner Bros che manda in sala Blade Runner, con Harrison Ford fresco protagonista di Indiana Jones e alla ricerca di un ruolo più “serio” dopo i clamorosi successi di Star Wars e Indy.

Il film, sorpresa sorpresa, va bene al botteghino: 27 milioni di dollari dell’epoca non sono da buttare, ma il vero mito si svilupperà nel corso degli anni. Putroppo per Ridley Scott, giusto la settimana successiva alla release del suo film, Spielberg e Universal sganciano la bomba-termonucleare-globale: E.T., film che soppianta Guerre Stellari come miglior incasso di quei tempi e che raccoglie più di 200 milioni di dollari dell’epoca che equivalgono a 1,110,719,400 dollari attuali sul solo suolo americano. Il film detiene ancora oggi (e deterrà per sempre, a questo punto) il record di pellicola stabile per più tempo al numero uno della classifica USA (16 settimane), nelle prime cinque posizioni (27 settimane) e nella top ten (44 settimane). Non contento, Spielberg mette le mani anche in Poltergeist, di cui è in teoria solo produttore, che, sebbene diretto da Tobe Hooper, viene spesso accreditato al buon Steven.

E la terza pietra miliare sci-fi? E’ ovviamente Star Trek: L’Ira di Khan, diretto da Nicholas Meyer per la Paramount, considerato da molti uno dei migliori sequel della storia del cinema e uno degli episodi più riusciti della saga. Ah, a fine mese esce anche Firefox con Clint Eastwood le cui sequenze vennero poi utilizzate da Atari per la realizzazione del loro unico lasergame, grande novità videoludica dell’epoca.

A Luglio, passati i bagordi della Festa dell’Indipendenza, celebrati sotto il segno di The Best Little Whorehouse in Texas con le star di allora Burt Reynolds e Dolly Parton (una mezza ciofeca, che infatti non ha lasciato il segno), è tempo per altri due cult a rilascio progressivo: a metà del mese arriva il capolavorico The Thing, l’unico, vero, solo e irreplicabile. Universal pagò cara la scelta di buttare una pellicola così particolare nell’arena estiva invece di tenersela buona per il più tranquillo ottobre e Carpenter presa una delle più grosse sberle commerciali della sua carriera (una delle tante…). Molto meglio andò Tron, film che sdoganò al tempo stesso la computer grafica e i videogiochi, diventando l’icona di tutti i nerd che spendevano la propria paghetta settimanale in gettoni giocando a Galaga e Jungle Hunt al bar sotto casa (ogni riferimento all’autore di questo articolo è puramente casuale). Tra i due arriva nelle sale anche Ufficiale & Gentiluomo che, vabbè, a suo modo, ha fatto la storia pure lui.

Ad Agosto, oggi come allora, escono al cinema quei film che forse, magari, potrebbero, eventualmente, bah, boh, ecco: diventare dei successi imprevisti. Inizia la versione 3D di Venerdì 13, segno che già allora si cercava di mungere il pubblico con tecnologie non necessarie. Costato 3 milioni, il film ne incassa 33. E il 3D era fatto gli occhialini colorati eh, quelli che ti allegavano anche a Topolino. La gente proprio non impara mai.

Più interessante è The Road Warrior aka Mad Max 2, che permette al pubblico americano di conoscere meglio Mel Gibson, già star affermata in patria ma non ancora celeberrimo negli States. Il film va male ma, altra notizia fondamentale per quei tempi, è un boom al noleggio. Delle VHS, che stavano velocemente soppiantando V2000 e Betamax. Grande successo ottiene Fuori di testa (Fast Times at Ridgemont High) diretto da Amy Heckerling e scritto da quel geniaccio di Cameron Crowe che già allora spingeva per mettere quante più canzoni possibili nelle OST dei film cui collaborava. Nella pellicola troviamo le versioni teen di Sean Penn, Jennifer Jason Leigh, Nicholas Cage e Forest Whitaker. Insomma, che dite, quell’estate del 1982 è da ricordare o no?



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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5 Comments

  1. Adoro il progetto Players e presto daro’ il mio contributo nelle donazioni.
    Anni meravigliosi per un articolo che tratteggia cio’ che fu rinnovandone i toni dl’emozione.
    -Morgan

  2. bella mossa quella di cross-postare sul Post!

    1. Beh, da cosa nasce cosa…:-)

  3. una cosa ben fatta va condivisa

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